Le opportunità del nuovo Regolamento Europeo Fertilizzanti per il settore agricolo e quello dei rifiuti

Il tema del futuro degli impianti di biogas agricoli è strettamente legato alla valorizzazione dei sottoprodotti e rifiuti di orgiine agroalimentare. Gli impianti di biogas costruiti negli ultimi 10 anni e finanziati in parte con denaro pubblico, per favorire la progressiva sostituzione delle fonti fossili, sono un patrimonio tecnologico ed una importante fonte di sostenibilità economica per le aziende agricole, che, senza modifiche sostanziali, sarebbero in grado di essere alimentati con la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), riducendo i costi di gestione della raccolta differenziata.

Dall’altro lato, il recupero dei rifiuti organici e la restituzione al terreno degli elementi nutritivi è un tema molto importante per l’Economia Circolare.

Il nuovo Regolamento Europeo sui Fertilizzanti è stato mosso precisamente dall’obiettivo di limitare o, in prospettiva eliminare, il ricorso a fertilizzanti non rinnovabili.

Nel webinar di giovedì 14 gennaio si parlerà delle importanti novità introdotte dal nuovo regolamento, che sarà operativo da metà 2022 e dalle opportunità che si aprono sia per il settore agricolo, che per quello dei rifiuti.

Lo stato degli impianti di biometano in Italia: alcune considerazioni in vista di un nuovo decreto

Questo articolo si propone di esaminare lo stato di sviluppo del biometano in Italia, oggetto di 3 seminari on line, tra ottobre e novembre 2020, riprendendo alcuni ragionamenti fatti con Snam e Federmetano, in questa occasione. A oltre due anni dall’entrata in vigore del secondo decreto e a sette dal primo, i cui effetti erano stati pressoché nulli.

Certamente, in tutto questo tempo, il mercato ha preso piena conoscenza della realtà del biometano come importante e sostenibile fonte energetica, e sono molti i nuovi soggetti economici entrati in questo settore, la cui importanza è stata pienamente valorizzata da Snam, il maggiore operatore nazionale della rete gas.

Con il secondo decreto sul biometano, il legislatore ha fatto tesoro delle lezioni apprese con il primo, già a partire dal metodo. Il decreto è infatti nato al termine di sei mesi di concertazione con gli operatori interessati e presenta un’impostazione coerente e ben articolata, concentrata, secondo una logica condivisibile, sulla priorità alla destinazione ad autotrazione, alla luce del ritardo di questo comparto, rispetto agli altri settori delle energie rinnovabili, e senza dimenticarsi del punto di forza della filiera industriale nazionale nell’autotrazione a gas naturale.

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La FORSU e gli impianti di biometano agricolo

Nella maggior parte dei paesi europei, vi è sempre stata una chiara e forte separazione negli impianti di biogas/biometano tra quelli alimentati a biomasse agricole e quelli alimentati a rifiuti, benché, sotto il profilo chimico, la composizione del digestato nel fermentatore presenta poche differenze tra i due.  Il biogas agricolo viene prodotto, oltre che da una quota di biomasse coltivate (in via di progressiva eliminazione, in omaggio agli orientamenti della direttiva ILUC, che riguarda le materie prime da destinare a biocarburanti, e si preoccupa della potenziale concorrenza delle colture energetiche nei confronti delle colture alimentari), soprattutto da sottoprodotti e scarti agricoli .  

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